Non tutti i capezzoli sono uguali, così come non tutti i seni sono uguali. Per qualche motivo, i dotti che portano al capezzolo possono essere anormalmente corti e questo causa un’inversione o un’insufficiente protrusione dello stesso.
I capezzoli introflessi sono un’anomalia piuttosto frequente, rappresentando per lo più un difetto congenito ma, talvolta, possono presentarsi a seguito di infezioni della mammella, traumi o altre patologie.
Esistono diversi gradi di inversione:
Grado I: si tratta spesso di un lieve difetto, in cui i capezzoli si trovano in posizione invertita, ma possono essere riposizionati esternamente. L'allattamento al seno è solitamente possibile.
Grado II: questi capezzoli di solito si retraggono immediatamente dopo essere stati estratti esternamente perché i dotti sono troppo corti. L'allattamento al seno può essere difficile, ma talvolta possibile con ausili come paracapezzoli e tiralatte.
Grado III: i dotti dei capezzoli sono così corti e bloccati che non possono essere estratti manualmente. L'allattamento al seno è molto difficile e anche i tiralatte potrebbero non avere successo.
Se l'inversione del capezzolo insorge improvvisamente, soprattutto a livello di un solo seno, è importante che tu approfondisca la situazione. A volte infatti una neoplasia al seno può presentarsi come una retrazione del capezzolo, in quanto vi è tensione tra i tessuti circostanti. Ricorda che in questi casi la mammografia non rileva alcun tumore, per cui di solito è indicata una biopsia.
TI DESCRIVO L’INTERVENTO
Il problema della correzione dei capezzoli invertiti di grado III è che di solito richiede un intervento chirurgico per liberare i dotti. Il trattamento chirurgico consiste in un piccolo intervento in anestesia locale in regime ambulatoriale. A seconda del tipo di difetto, eseguo una piccola incisione intorno al capezzolo, sezionando il tessuto fibroso che retrae, e, reclutando del tessuto per garantire una adeguata proiezione, allestisco una sorta di lembo interno che fungerà da sostegno, utilizzando una particolare tecnica per la sutura. La cicatrice diventerà per te quasi impercettibile.
Purtroppo è bene ricordarti che questo intervento, specie in caso di retrazioni importanti, provoca traumatismo ai dotti e di solito rende difficile l'allattamento.
La riuscita dell’intervento chirurgico è quindi spesso variabile da paziente a paziente. La correzione dei capezzoli invertiti di grado II risulta maggiormente efficace con la chirurgia, perché i dotti non sono così stretti e la loro sezione permette al capezzolo di essere libero. In visita le pazienti più giovani sono spesso preoccupate di poter allattare al seno. In questo caso, ove possibile, propongo di utilizzare una tecnica di piercing. Il piercing da solo può aiutare ad allungare gradualmente i dotti evitando traumatismi chirurgici. Per una migliore riuscita esso andrà lasciato in sede per circa 6 mesi, ma ci tengo a ricordarti che l’efficacia di questo trattamento è molto variabile e a volte i capezzoli tornano nella loro posizione introflessa. Tuttavia, l’utilizzo del piercing potrebbe anche solamente migliorare l’allungamento dei dotti in modo tale da consentire l'allattamento al seno con o senza ausili meccanici. La sensibilità del capezzolo e dell’areola sono in genere conservate. A volte, in caso di difetti di grado lieve/moderato, accade anche che la chirurgia del seno può correggere da sé la situazione, infatti una mastoplastica additiva crea una pressione dietro i capezzoli che solitamente risolve in modo efficace la problematica. Altre volte, la riduzione del seno e la resezione di una parte di parenchima ghiandolare possono liberare i dotti stretti. In base alla mia esperienza non eseguo alcun tipo di terapia medica per la correzione del capezzolo introflesso (filler o altro) in quanto il risultato non è né stabile nel tempo né tantomeno soddisfacente per la scarsa proiezione ottenibile.
SEI TU LA GIUSTA PAZIENTE?
Una buona candidata all’intervento di correzione dei capezzoli ha una forte motivazione, in quanto la problematica le causa un evidente disagio, gode di buona salute e ha aspettative realistiche sul risultato dell'intervento e sull’eventuale necessità di revisione/reintervento. Le fumatrici devono smettere di fumare alcune settimane prima dell'intervento, perché la nicotina può interferire con l'afflusso di sangue, la guarigione e quindi la vitalità del complesso areola-capezzolo. L'età non impedisce ad una paziente di rivolgersi a me per sottoporsi a questa correzione, ma mi preme evidenziarti che se hai desiderio di avere dei bambini e di volerli allattare sarebbe opportuno posticipare l’intervento chirurgico in modo da evitare importanti traumi a livello dei dotti.
LE TUE GIUSTE MOTIVAZIONI
I capezzoli introflessi possono senza dubbio causare un disagio estetico ed emotivo, nonché funzionale. Sentirsi a proprio agio nella propria femminilità sia con i vestiti che senza abiti, è requisito fondamentale per regalarti benessere psicofisico e qualità di vita. Le pazienti che si sottopongono ad una correzione dei capezzoli introflessi hanno spesso aspettato mesi, se non anni, prima di decidere di essere visitate ed intervenire, con un notevole impatto negativo verso la propria fisicità e vita sociale. L’intervento, seppur meno invasivo di altri tipi di chirurgia, rappresenta quindi l’inizio della ricostruzione di un percorso di vera fiducia nel proprio corpo. Valuterò insieme a te la tua situazione e l’entità del difetto in modo da decidere insieme il percorso più opportuno da percorrere.
SCEGLI IL TUO TEMPO
Il tuo stato generale di salute è un fattore importante per la buona riuscita di questo intervento. Anche la possibilità di programmare l'intervento in funzione delle proprie attività è un fattore importante. Bisogna considerare che sono necessarie circa due settimane per poter tornare ad una vita più attiva, anche considerando eventuali attività sportive. In visita ti ricorderò che l’intervento chirurgico potrebbe precluderti completamente la possibilità di allattare per cui, se il tuo desiderio è avere dei bambini, ti consiglio di attendere almeno 6-8 mesi dalla fine dell’allattamento per poterti sottoporre a questo intervento, al fine di garantirti risultati più stabili ed efficaci.
LA TUA EVOLUZIONE
Nelle prime 24 ore dopo l’intervento dovrai mantenere una medicazione moderatamente compressiva. Non si utilizzano drenaggi. Le suture verranno rimosse dopo 7 giorni. Permarrà un lieve gonfiore per circa 1/2 settimane. Il ritorno a una normale attività lavorativa sarà possibile già il giorno successivo all’operazione. Alla fine dell’intervento viene posta una particolare medicazione che permette di isolare il capezzolo e di non farlo comprimere dal reggiseno. La medicazione deve essere mantenuta per 12-14 giorni. Potrai riprendere tutte le normali attività lavorative e quotidiane. È invece necessario sospendere le attività sportive intense per 2 settimane, almeno fino a completa cicatrizzazione.