Considero la ricostruzione dell’areola e del capezzolo parte integrante ed essenziale della ricostruzione mammaria poiché conferisce alla mammella operata un aspetto femminile e naturale e minimizza eventuali complicanze ed asimmetrie oltre ad avere un notevole impatto psicologico sulla paziente, andando ad allontanare il ricordo della malattia. Indipendentemente dalla metodica utilizzata è importante attendere un periodo di assestamento di circa 8-10 mesi dopo la ricostruzione mammaria, per permettere di posizionare areola e capezzoli così ricreati nella giusta posizione, simmetria ed altezza. La scelta della tecnica dipende da diversi fattori tra cui la proiezione della mammella ricostruita, e le caratteristiche, quali colore e dimensione, dell’areola e del capezzolo del seno controlaterale.
Le tecniche di ricostruzione del capezzolo utilizzano generalmente lembi locali o una parte del capezzolo controlaterale, se di grandi dimensioni, o innesti compositi (piccole labbra vulvari, lobolo auricolare, polpastrello).
Le tecniche di ricostruzione dell’areola prevedono invece l’utilizzo di tatuaggi medicali o, in casi selezionati, il prelievo di parte di cute dell’areola controlaterale o prelevata da altre regioni corporee (grandi labbra, regione retro-auricolare, palpebre superiori, porzione mediale del solco gluteo, regione supero-interna della coscia). Talvolta può essere necessario tatuare anche l’areola controlaterale per ottenere un colore più omogeneo.
La ricostruzione del complesso areola-capezzolo permette di completare a pieno l’iter ricostruttivo e contribuisce in maniera incisiva al tuo processo di recupero psicologico e relazionale.
TI DESCRIVO L’INTERVENTO
Solitamente ricostruisco il capezzolo con dei piccoli lembi locali di pelle utilizzando le preesistenti cicatrici di mastectomia mentre per l’areola prediligo l’utilizzo di tatuaggi medicali tridimensionali.
Il lembi locali vengono ruotati e suturati simulando l’aspetto e la proiezione di un nuovo capezzolo. In alcuni casi, quando il capezzolo controlaterale è di grosse dimensioni, decido di prelevare parte del tessuto e trapiantarlo nella regione mammaria da ricostruire. Per la ricostruzione dell’areola, le più sofisticate tecniche di dermopigmentazione mi permettono di utilizzare tatuaggi medicali con effetto 3D modellando forma, colore e dimensioni desiderate.
Grazie alla mia esperienza e formazione sul campo utilizzo pigmenti inorganici, anallergici e bioassorbibili, sfumandoli con estrema attenzione e facendoli depositare a livello del tuo derma superficiale. L’effetto estetico risulta estremamente naturale e vicino all’aspetto originale.
Voglio ricordarti che spesso questa procedura necessita di un secondo step di revisione a distanza di mesi/anni in quanto il tatuaggio medicale potrebbe andare incontro a progressiva depigmentazione dell’areola e il capezzolo a frequente perdita di parte della sua proiezione.
Per tale motivo negli ultimi anni sono state introdotte ulteriori modalità di ricostruzione del capezzolo mediante l’utilizzo di una protesi in silicone liscio traforato biocompatibile, la cosiddetta Fix Nip, la quale, inserita direttamente nel sottocute tramite una minima incisione, garantisce una proiezione duratura nel tempo, nel pieno della massima naturalezza. Essendo un impianto esterno, il suo utilizzo è strettamente legato a situazioni ben definite.
SEI TU LA GIUSTA PAZIENTE?
Se, a causa della tua situazione oncologica pre-operatoria o intra-operatoria, nell’intervento di mastectomia è stato necessario asportare il complesso areola-capezzolo o se questa area anatomica è andata successivamente incontro a necrosi o sofferenze vascolari con ritardi di guarigione, è giusto programmare, con le dovute tempistiche, la ricostruzione del tuo complesso areola-capezzolo.
Laddove possibile prediligo utilizzare le tue pregresse cicatrici in modo da renderle meno evidenti e dare più armonia e naturalezza al tuo seno.
LE TUE GIUSTE MOTIVAZIONI
Oggigiorno la chirurgia ricostruttiva del seno sta valorizzando sempre più l’aspetto estetico delle ricostruzioni accanto alla parte prettamente oncologica e demolitiva; si parla infatti di estetica restitutiva grazie alla quale è possibile restituirti pienamente quella parte così caratterizzante della tua femminilità: il complesso areola-capezzolo. In visita noto frequentemente quanto l’idea di poter preservare il tuo capezzolo risulti una notizia confortante in questo momento critico. Purtroppo non sempre è possibile farlo, spesso perché la tua malattia di partenza coinvolge direttamente il capezzolo, altre volte per valutazioni istologiche eseguite durante l’intervento.
In questi casi tendo a evidenziarti come la possibilità di ricostruire nuovamente questa zona è un passaggio da non sottovalutare che ti permetterà di recuperare a pieno il tuo benessere psicofisico. Infatti ci sono cicatrici esterne che non si possono cancellare, ma alcune ferite, quelle dell’anima, possono essere alleviate restituendo un aspetto che appartiene a una condizione precedente la dura battaglia che ti trovi a combattere contro la malattia.
SCEGLI IL TUO TEMPO
E’ importante concordare la tempistica più consona per sottoporti alla ricostruzione del complesso areola-capezzolo.
Infatti se ti stai sottoponendo a terapie oncologiche, sono solita valutare caso per caso, anche in base alla tua storia clinica e ad un consulto oncologico, la necessità di posticipare la tua ricostruzione, per evitare possibili effetti collaterali sulla tua pelle e sul processo di guarigione.
A livello morfologico è inoltre importante attendere che il risultato della ricostruzione del seno sia stabile e definitivo, passaggio che avviene non prima degli 8-10 mesi dalla ricostruzione, per poter definire eventuali ritocchi di simmetrizzazione da effettuare. Nel mentre, ti faccio presente che esistono comunque dei set di capezzoli in silicone, morbidi ed autoadesivi, di differenti tonalità, da poter indossare per ricreare in modo naturale il tuo complesso areola-capezzolo in questo periodo difficile e transitorio.
LA TUA EVOLUZIONE
Una volta ricostruito, il nuovo capezzolo necessita di circa 15 giorni di tempo per poter cicatrizzare, al termine dei quali eseguo la desutura.
Nei 4-6 mesi successivi all’intervento dovrai utilizzare un paracapezzolo in silicone per evitare ogni pressione sulla zona trattata. Nonostante ciò è molto frequente che una parte dell’iniziale proiezione tenderà gradualmente a diminuire nei primi dodici mesi post-operatori rispetto alla proiezione originaria.
Per quanto concerne l’areola richiedo la massima accortezza per i primi 15 giorni, trattando la zona tatuata come una ferita superficiale mediante detersioni quotidiane con detergenti delicati e l’utilizzo di specifiche creme lenitive e riepitelizzanti che ti prescriverò.